Il marxismo e la linguistica
Josip Stalin [Stalin, Josip]L’interesse di questa lettura parte da una affermazione fondamentale, ancorché negativa, per la quale la lingua non sarebbe né base né sovrastruttura né qualcosa di intermedio. Tra la lingua russa dell’età di Puskin e quella attuale ci sono si differenze ma solo sporadiche, e comunque assolutamente sproporzionate rispetto al mutamento così della base della società russa, come delle diverse sovrastrutture giuridiche religiose culturali che ne sono derivate. Di un cambiamento di lingua non c’era alcuna necessità: con parole staliniane, come si potrebbe distruggere la lingua esistente e creare al posto suo una lingua nuova... senza apportare l’anarchia nella vita sociale...? Aiuterò lo Stalin a uscire da questo negativismo, seguendolo passo a passo...”
Giacomo Devoto